La mostra racconta uno spaccato di vita di una delle aziende storiche del territorio con manufatti di alta oreficeria progettati dall’orafo, scultore, medaglista e incisore di Zecca, Bino Bini.
L’artista, nato a Firenze l’11 Settembre del 1916 dove muore nel 2007, si è formato all’Istituto Statale d’Arte di Porta Romana, dove in seguito ha anche insegnato, ma la sua più importante attività didattica ha luogo nella Scuola Orafa “Margaritone” di Arezzo iniziata nel 1955 e conclusa nel 1977.
Dopo aver partecipato alle più qualificate rassegne d’arte orafa e della medaglia, vincendo ambiti premi fra cui quelli organizzati dalla UNOAERRE (primo premio ad Arezzo nel 1966 al Terzo Concorso Internazionale per la Medaglia d’Arte con la famosa medaglia del Cane dormiente, primo premio anche nel 1965 al Concorso per la Gioielleria con il bracciale le Stelle ferite), Bini realizza tra le sue opere più celebri i gioielli archeologici nel 1967: i bracciali Azteco e Egizio; le spille Maschera di Tutankhamon, Feticcio Azteco e Re colombiano dell’abbondanza. Inoltre il bracciale Fiammiferi, le spille Ventaglio e Cappello fiorentino. Al 1968 sono databili le spille Guerriero e la serie Style animalier con cavallucci marini, formiche, vespe e chiocciole.
La notorietà di Bino Bini quale incisore di fama internazionale lo ha portato a realizzare anche numerosi modelli per monete a corso legale per la Zecca di Stato della Repubblica di San Marino (1975 e 1977). Numerosi altri suoi lavori si trovano in molte chiese della Toscana, mentre le sue sculture monumentali si possono ammirare in spazi pubblici a Cagliari, a San Marino, a Prato a Dieppe in Francia e a Providence negli Stati Uniti. Del suo importante magistero aretino vanno senz’altro ricordati i suoi celebri “allievi” Enzo Scatragli, Carlo Badii e il tifernate Fabio Pannacci.
L’esposizione delle opere di Bini è visibile all’interno della Galleria Bruschi fino a domenica 17 settembre 2017 in abbinamento alla mostra video di Bill Viola Tristan’s Ascension.